Vento

Oggi c’è vento. Lo si sente soffiare lontano, nei boschi intorno, tra gli aghi dei sempreverdi e i rami ancora nudi dei castagni. Il fruscio delle fronde è l’unico rumore in quest’aria di marzo, e sembra aver risvegliato la vita dopo il letargo dell’inverno.

Ho sempre amato il vento, al contrario della nebbia e dell’afa. E’ come preferire la dinamicità, il movimento e la vita, in contrapposizione alla stasi, all’inerzia ed alla lentezza dell’agonia. Anche quando il vento, come oggi, trasporta nuvole grigie, fino a coprire quasi completamente il blu del cielo. Ma non importa, ben venga la tempesta, lo scrosciare della pioggia, l’eclissarsi del sereno, purché tutto questo significhi rinnovamento. Magari stravolgimento del vecchio, in cambio del quale avremo però un cielo più blu ed un sole più abbagliante. Come è triste l’abitudine, le stesse cose che per anni si riciclano senza mai sapersi trasformare. Com’è deprimente un cielo sempre terso od una pioggia intermittente per mesi. Solo il vento sa cancellare tutto ciò, e lo fa all’improvviso, senza avvertimenti. Prima era una giornata di sole come tante altre, adesso si avvicina il temporale. Tutto grazie al vento.

Vorrei spalancare tutte le finestre e lasciare che invada la casa, fargli sbattere le porte e buttare all’aria ogni foglio. Purché irrompa in tutta la sua vitalità, mi scuota dall’apatia e mi faccia cantare in sintonia con il suo impeto. Vorrei essere un insetto per lasciare che il mio ronzio si confonda con il frusciare del vento, ed io sia finalmente strappata dal muro caldo e trascinata verso l’alto da una forza irresistibile. Invidio le foglie delle camelie, i rami in fiore del ciliegio, persino i miei capelli che ne sono accarezzati con forza. A tratti sembra quietarsi, ma un lontano rombo dal bosco mi ricorda che è ancora vicino, invisibile ma presente. Una folata più forte me lo conferma.

Come non desiderare che soffi più intensamente, anche solo per poterlo gustare dai vetri di casa? E come non sperare che anche la mia vita abbia sempre la forza di scuotersi dalla normalità? Allo stesso modo desidero un’esistenza che non conosca mezze misure e che non si consumi nella mediocrità. Ciò che più aborrisco è riconoscermi come tiepida, incapace di un vivere pieno. Ogni istante sento il richiamo della quiete allettante che la quotidianità sembra promettere, e talvolta vi cerco rifugio, almeno per qualche breve momento. Ma subito avverto distintamente che non vi appartengo. Nonostante l’incertezza, vivo perennemente sospesa, sollevata da terra quel tanto che basta per gustare il mio tempo con maggiore coscienza.

Mi è inevitabile avvertire il richiamo della vita. Essa pulsa nelle mie vene e la sua dolcezza e la sua forza sono tali che mi causano persino dolore. E’ indifferente che a farmi compagnia sia un pensiero lieto o uno mesto. L’intensità di entrambi è sempre tale che mi riempie totalmente, come un vaso traboccante di vita. A volte è l’ebbrezza dell’amore che fa vibrare la mia anima. Altre volte invece la struggente malinconia del dolore sembra amplificare i miei sensi, rendendoli più acuti ed attenti. Ma sempre una sola è la forza irresistibile che, come il vento, fa udire la sua voce potente. Non posso fare a meno di ascoltare il richiamo della vita che segna giorno dopo giorno il ritmo della mia esistenza. Mi è impossibile ignorarlo. Allora mi scrollo via il torpore e la noia, e mi faccio attenta, per riconoscerlo anche là dove meno mi aspetterei di trovarlo. Eppure è soprattutto lì, nelle cose sempre uguali. Si nasconde nei volti scontati e nelle azioni ormai vuote di significato perché ripetute all’infinito. Sta a me accorgermi della sua presenza, osservando ogni cosa con uno sguardo sempre nuovo. Spesso è sufficiente rimanere in silenzio ed ascoltare ciò che mi sta intorno. Allora sento chiaramente il pulsare divino, quel respiro armonico che effonde una luce nuova su tutto, e grazie al quale tutto acquista un significato diverso. Ed è proprio grazie ad esso che anche la mia insignificante esistenza diventa grande e splendida, degna di essere assaporata fino in fondo.  

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