Un viaggio nei Sassi

Chiara Dallavalle

Foto gentilmente messa a disposizione da www.criptadelpeccatooriginale.i

Settembre ci ha portato un’inaspettata vacanza nel Sud Italia alla scoperta di una terra meravigliosa, la Basilicata. Più che una vacanza in realtà è stato un vero e proprio viaggio, senza troppi programmi e con la voglia di scoprire giorno per giorno un pezzo di Italia a noi sconosciuto. La meta finale del nostro viaggio è stata Matera, da tempo sognata e desiderata. Nonostante sia ormai sopraffatta da un turismo di massa Matera resta un luogo estremamente affascinante e, camminando nei suoi vicoli, è facile lasciarsi scivolare nel tempo arcaico raccontato dai suoi sassi. Sassi che hanno da sempre intessuto una relazione profonda con l’uomo, scolpendone le abitudini, le tradizioni e il rapporto con il mondo trascendente. Ne sono testimonianza le numerose chiese rupestri, edifici scavati nella roccia e adibiti a luoghi di culto durante il periodo medievale. Particolarmente suggestiva è la splendida Cripta del Peccato Originale in cui si possono ammirare antichi affreschi rupestri raffiguranti varie scene a carattere religioso, di cui la più importante è quella che ritrae Adamo ed Eva nell’atto di cibarsi del frutto proibito. Siamo giunte alla Cripta all’ora del tramonto, quando gli ultimi raggi del sole ancora illuminavano gli uliveti circostanti e la profonda gravina su cui la Cripta si affaccia. Era il tramonto di uno dei giorni vicini all’equinozio d’autunno, una di quelle giornate di equilibrio energetico che segnava il calendario dei popoli antichi. Mi ha quindi molto colpito scoprire che uno degli affreschi presenti all’interno della Cripta raffigurava l’Arcangelo San Michele, il cui onomastico cade proprio alla fine di settembre, in prossimità dell’equinozio.

In epoca ellenistica l’equinozio autunnale e quello primaverile erano consacrati a Mithra-Sole, demiurgo e signore della generazione. In quanto divinità associata agli equinozi, Mithra aveva la funzione di mediare tra il principio luminoso e quello oscuro, incarnati nel moto ciclico delle stagioni e nell’alternanza tra mesi invernali e mesi estivi. Alfredo Cattabiani esprime bene questo concetto quando descrive le rappresentazioni di Mithra: “nell’iconografia dei mitrei il dio era accompagnato da due dadofori, ovvero portatori di fiaccola. L’uno […] con la torcia alzata […] simboleggia l’aspetto primaverile di Mithra-Sole. L’altro […] con la torcia abbassata e un atteggiamento di pena e di tristezza, simboleggia Mithra come sole autunnale, ed è associato a un albero in frutto che significa la produttività giunta al suo culmine e alle soglie del deperimento”. (Cattabiani 1988:293).

Nel momento in cui il Cristianesimo si innesta sui più arcaici culti pagani incorporandone molteplici aspetti, Mithra viene gradualmente sostituito da San Michele, la cui festa cade proprio nei giorni successivi all’equinozio di autunno. Come Mithra, il culto di San Michele arriva dall’oriente e risale ai primi secoli dopo Cristo, anche se già dal V secolo d.C. tra Puglia e Basilicata si trovano testimonianze di santuari e luoghi di venerazione del Santo. Dal Sud il culto di San Michele si diffonde lentamente verso Nord, conquistando prima l’Italia settentrionale e poi le aree di influenza celtica, e andando spesso a sostituire altre divinità locali. L’iconografia classica di San Michele lo rappresenta con la spada in mano nell’atto di trafiggere il Serpente-Dragone, icona dell’eterna lotta di Dio con il Diavolo. Talvolta però San Michele viene raffigurato mentre regge il globo terracqueo o la bilancia, quest’ultima associata all’immagine del Santo come colui che alla fine del tempo “peserà” le anime, separando quelle buone da quelle malvagie. Ma la bilancia ci ricorda anche le funzioni equinoziali di San Michele, l’equilibrio tra notte e giorno, tra luce e oscurità, che San Michele presiede.

L’equinozio è un momento energetico estremamente importante, in cui le energie di luce e buio sono in perfetto equilibrio. L’equinozio di autunno segna il passaggio ad una stagione di riposo, di morte apparente, in cui la natura chiede di rivolgersi verso l’interno, di proiettarsi verso il proprio spazio interiore. Gli uomini hanno da sempre saputo di doversi sintonizzare su questi momenti di svolta del ciclo astronomico e li hanno resi l’occasione di specifici riti e festività, di cui la ricorrenza di San Michele è un perfetto esempio.

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