L’infinito ciclo del tempo
Chiara Dallavalle
È da poco passato Capodanno e oggi ci siamo regalate una rinvigorente camminata sulla neve. La nostra meta è a due passi da casa, Pizzo Omo, nella vicina Pian di Sole. A ridosso della fine dell’anno il Nord Italia, e quindi anche il Lago Maggiore, è stato investito da un’intensa nevicata seguita da un irrigidimento delle temperature, ragion per cui, anche con il bel sole di oggi, la neve ammanta ancora ogni cosa.
Il bosco è immerso in un profondo silenzio, interrotto solo dal rumore secco dei rami che si spezzano sotto il peso della neve e dai passi furtivi di qualche animale selvatico che si aggira circospetto in cerca di cibo. Mentre risaliamo verso Pizzo Omo, intravediamo a poche decine di metri due caprioli che, rapidi, attraversano il sentiero e poi scompaiono verso valle. La loro apparizione resta sospesa nella luce brillante che filtra tra gli alberi: solo pochi secondi e già sono svaniti tra i tronchi spogli.
Questi sono i giorni in cui secondo la tradizione occidentale abbiamo salutato l’anno vecchio e siamo entrati nel 2021. Sono quei giorni in cui più frequentemente mi soffermo a riflettere sullo scorrere, lento ma inesorabile, del tempo, e quindi anche del tempo assegnato alla mia vita. Se immagino il fluire dei giorni e degli anni come una linea retta proiettata implacabilmente in avanti, arriverà un giorno in cui questa retta terminerà la sua corsa e si spezzerà con la mia morte. Devo confessare che questa visione lineare del tempo, esasperatamente affermata dal contesto socio-culturale in cui viviamo, mi ha sempre provocato una certa angoscia. Se però mi soffermo ad osservare con attenzione il mondo naturale attorno a me, l’insegnamento che mi arriva è ben diverso e mi confronto invece con una visione del tempo ciclica, che trasmette un messaggio di continuità nonostante la morte. Non per niente nelle grandi civiltà del passato il tempo veniva spesso rappresentato attraverso il simbolo dell’uroboro, cioè l’immagine di un serpente che si morde la coda. Il punto della fine è anche quello di un nuovo inizio in un infinito ripetersi di nascita e morte. Questa simbologia rimanda proprio alla circolarità del tempo, che si incarna nel ciclo delle stagioni e nell’alternanza di opposti che caratterizza la vita dell’intero universo. D’altra parte, come ben dice Alfredo Cattabiani, il moto circolare del tempo non è una semplice immagine ma è la descrizione di tutti i meccanismi che reggono il cosmo stesso. La Terra gira su sé stessa e intorno al Sole, il Sole fa parte di una rotazione più ampia all’interno della Via Lattea, e così via. Nel nostro piccolo, il mondo vegetale segue questa ciclicità, nascendo e morendo al compiere di ogni stagione. Esperti osservatori del cielo e della natura, gli uomini del passato, quando ancora il legame tra genere umano e mondo naturale non era stato spezzato, sapevano ben cogliere i punti fondamentali di questo ciclo coincidenti con gli equinozi e i solstizi. Spesso, infatti, l’inizio e la fine del tempo dell’anno andava a coincidere con uno di questi momenti, a cui veniva attribuita una forte componente di sacralità e che erano quindi l’occasione per riti di rinnovamento e purificazione. Antiche forme rituali sono state poi incorporate, in modo più o meno coercitivo, nel calendario liturgico cristiano, arrivando infine a definire la data del Capodanno al 1 gennaio. Tuttavia, nonostante le recenti trasformazioni economiche, sociali, culturali (e anche digitali) hanno imposto una rappresentazione del tempo lineare e svincolata dalla natura e dalla sacralità ad essa connessa, ancora oggi risuonano in noi forme arcaiche che provengono dal nostro passato remoto e che affiorano soprattutto al cambio delle stagioni, ricordandoci che, nonostante tutto, anche noi viviamo in sincronia con il pulsare cosmico.
Note tecniche
Pian di Sole fa parte del Comune di Premeno (VB) ed è facilmente raggiungibile in auto da Verbania in circa mezzora. Il sentiero per Pizzo Omo parte dalla piazza all’ingresso della frazione, passa accanto alla piccola chiesa e all’ingresso del Golf Club, e poi, superate le ultime case, prosegue nel bosco. L’escursione è semplice e in circa 30 minuti abbiamo raggiunto la nostra meta, da cui si gode una splendida vista sul lago e sulle montagne circostanti.